La partitura di “EFFETTO MOZART” nasce nel 2006, per la ricorrenza del 250° dalla nascita di W. A. Mozart. Non poteva esserci che un modo simpatico di onorare questo anniversario, e il libretto ironico di Camilla Migliori, da me musicato, pieno di idee teatrali, è stata la giusta scintilla per far nascere questo mini musical di un atto. L’idea musicale fondamentale amalgama varie forme e vari stilemi musicali che vengono inanellati su un unico filo conduttore: il motivo iniziale della Sinfonia n° 40 in sol min. di Mozart. Il semitono discendente ribattuto tre volte e di seguito un salto di sesta minore, si sono prestate per elaborare varie “ambientazioni” musicali. L’argomento del libretto ci presenta, in maniera ironica, lo scontro tra una scienziata e una medium che vogliono scoprire, ciascuna con i propri metodi, se il reperto osseo ritrovato – un teschio – sia di Mozart oppure no.
Si va dall’inizio “noire” un po’ grottesco, per introdurre il personaggio della medium, per passare al tema della scienziata stessa, che esprime la sua idea razionale nel motivo del “DNA” , mentre s’inserisce il tango delle assistenti della scienziata impaurite dalla situazione in cui si trovano.
D’altro canto, le giovani assistenti, sono anche un bel po’ tronfie nel loro essere “custodi della scienza”, e lo ribadiscono nel coro intrecciato alle arie della scienziata che sprizza ansia nel suo modo di fare un po’ stressato.
I vari stili musicali vengono utilizzati per rendere la teatralità dei personaggi, come per la Medium che, nella sua essenza di azzeccagarbugli, è rappresentata in varie “fogge” musicali, dalla “simil habanera” nella sua presentazione iniziale, al blues durante la seduta spiritica. Ma forse il culmine del suo personaggio arriva quando finge di avere un contatto con Mozart nell’aldilà, e canta in stile Ragtime la melodia di “Non più andrai farfallone amoroso”, ma con parole raffazzonate, storpiate e per di più mescolate a quelle del “Barbiere di Siviglia” di Rossini.
Infine il personaggio di Mozart: la sua inaspettata apparizione disintegra la tensione accumulata nell’evocare la sua figura. La sua entrata in scena ha un’aura un po’ petroliniana, disarmante, scanzonata nel suo atteggiamento quasi snobistico. L’attesa di un responso che dall’inizio della pièce accumula pàthos si scioglie di fronte a un Mozart quasi spiazzante.
E’ come se il personaggio teatrale facesse un passo indietro, l’accento viene posto non sulla eccezionalità della sua apparizione ma sulla semplicità del suo messaggio finale. Infatti il grande compositore, mentre si burla sia degli esperimenti medianici che delle verifiche scientifiche, rammenta a tutti noi che di lui - l’immortale Mozart – possiamo disporre di una sola cosa vera, percepibile sempre e dagli effetti salutari : la sua musica.
(Danilo Santilli)